Il Riflesso dell'Eternità

Il Riflesso dell'Eternità
alcune tavole della serie a fumetti

venerdì 14 febbraio 2014

Ecco le prime 11pagine

BUONA LETTURA


Capitolo 1.

Il tempio della saggezza


Secondo il filosofo Platone
“Il tempo non è che l’irreale
mobile riflesso dell’eternità.

Nella stanza più alta della torre del grande tempio, seduta ad un tavolo, una anziana sacerdotessa sta scrivendo. Sul dorso della sua mano spicca una strana macchia a forma di freccia. D’un tratto, mentre i bagliori delle fiamme del camino danzano sulle pareti circostanti, alza lo sguardo verso la finestra. Fuori il cielo è plumbeo e il tempo sembra sospeso nel nulla. Intinge la punta del pennino nell’inchiostro mentre con l’altra mano si aggiusta il velo leggero che ha sulla testa. Una sottile catenella trattiene il velo ai due lati del viso e riunendosi sopra alla fronte, forma una specie di decorazione intorno agli occhi.

Gennaio 2593
“Io sono nata a Slacia nel 2512, più di ottanta anni fa, da una famiglia militare, che allora dominava queste terre. Ero stata destinata ad una vita insolita per la mia posizione. Sono divenuta sacerdotessa del tempio della pianura, e ho vissuto in questo grande tempio per molti anni, seguendo la via della conoscenza e dello spirito. Dimenticando tutto ciò che ero stata prima.

Adesso la grande battaglia è alle porte e un tiranno si sta insediando nelle terre di Isia. Ancora poche ore, e il mio destino sarà compiuto, dopo il mio spirito sarà finalmente libero. E a voi, ignobili usurpatori, che non avete rispetto per la pace, non resterà altro che l’oscurità e la non conoscenza procurate dalla vostra arroganza .”

Scritte queste parole la sacerdotessa ferma il foglio sul tavolo e si alza, poi prende un grande volume rivestito di pelle bianca, appoggiato sulla mensola del camino: ”Questo è un libro proibito, non leggetelo, se non volete rimettere in discussione la vostra intera esistenza” è scritto sul fronte della copertina. Lo getta sul fuoco. Uscendo dalla stanza, ode il crepitio delle fiamme che divorano il libro.
Poi scende la lunga scalinata fino alla base della torre ed entra nel tempio. Va verso la scala dell’altare, che si eleva dal pavimento circostante con dieci gradini, e si siede sul trono. Chiude gli occhi. Da fuori provengono grida e lamenti, rumori metallici e sinistri, rumori di guerra! Gli usurpatori sono arrivati. Uno di loro, con una strana armatura metallica, entra nel tempio. Quando vede la sacerdotessa che si sta alzando dal trono si ferma ai piedi della scalinata.
 « Tu dunque sei il nuovo Re, entrato nel tempio per uccidermi! »

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 « Solo se farai resistenza!
Voglio il libro della conoscenza! »
 « Non ti sei ancora accorto della tua stoltezza!
Ciò che credi potere è solo distruzione.
La tua mente è avida e non conosce amore.
Tu hai ucciso un uomo giusto e generoso che ha governato per la pace, gettando nel terrore la popolazione di Isia, solo per il tuo egoismo.
Il tuo gesto ha fatto nuovamente regredire ogni speranza di una umanità più matura e aperta, che rispetta la propria e l’altrui libertà.
Quel libro può solo recar danno a uno come te! »
Torna a sedersi sul trono e conclude.
 « “Grande Re“, mi dispiace, dovrai accontentarti della cenere! »
 « Maledetta! »
Urla lui scagliandogli contro una freccia, che la colpisce in pieno petto, inchiodandola alla spalliera dell’altare.
Mentre l’uomo esce dal tempio furioso e ancor più deciso a continuare la sua battaglia, la sacerdotessa si porta una mano al petto nel tentativo di afferrare la freccia, ma subito ricade nel suo grembo, mentre esala l’ultimo respiro.
Improvvisamente, proprio davanti alla scalinata dell'altare, si materializza dal nulla uno strano mezzo da cui scendono due uomini:
« Presto, presto, non c’è tempo da perdere è lassù! È lei, sbrighiamoci ! »
Raccolgono il corpo della sacerdotessa e lo trasportano dentro il mezzo:
 « Dottor Dreifuss stiamo arrivando, missione compiuta! »
Comunicano ad un loro collega che li sta aspettando in un laboratorio sotterraneo:
« Ok, vi riapriamo le porte dimensionali, state pronti! »
E lo strano veicolo scompare, così come era apparso.














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Capitolo 2.

Il laboratorio

“Svegliarsi dopo un brutto sogno è risolutivo, traumatico, ma risolutivo.
Ti svegli con il cuore che batte all’impazzata e goccioline di sudore che ti scendono sulla fronte.
Ti senti uno schifo ma sei contenta, e la tua contentezza aumenta con la consapevolezza di sapere ciò che è stato: Un incubo.
Adesso invece penso, o meglio sò, di non essere in un sogno. Credevo che non mi sarei più risvegliata e invece ... Ma perchè sto pensando queste cose?
Forse perché essere trapassata, da parte a parte, da una freccia, in pieno petto, non ti lascia proprio sperare nel lieto fine e ancor meno in un miracoloso risveglio.
Eppure quelle voci … l’impressione di cadere da un’altezza incalcolabile, e poi di nuovo il buio … Quello strano rumore di macchine e di gente che mi gira attorno …
Giorni settimane, mesi, quanto tempo è passato??”

Apro gli occhi.
Intorno a me pareti bianche e tanti strani macchinari. Mi alzo a sedere sul letto.
 « Dove sono? Che cosa mi è successo? » Mormoro confusa, guardandomi attorno. Sembra una specie di laboratorio e io sono su di un lettino, posto al centro della stanza.
« È in un laboratorio di sperimentazione e ricerca sulla rigenerazione cellulare.» Mi risponde una donna, con uno strano abito bianco tutto abbottonato davanti.
« In che cosa?? Ma io stavo, anzi ero … morta ! »
Le mani, ora guardo le mie mani, non sono più vecchie e rugose, ma nella destra c’è ancora la macchia a forma di freccia, quindi sono proprio le mie mani. Rosee e delicate come quelle di una ventenne direi.
« Non ci credo! »Esclamo.
La donna che mi ha rivolto la parola, sembra studiare la mia reazione e mi guarda preoccupata. Nel frattempo, nella stanza entra un’altra persona, un uomo magro, alto, con pochi capelli, che non sembra curarsi molto delle mie ipotetiche reazioni e mi viene incontro salutandomi come se mi conoscesse da una vita:
« Capitano Main, finalmente si è svegliata, come si sente? »
 « Bene, direi! A parte il fatto che nessuno mi chiamava più Capitano da quasi mezzo secolo, dato che sono una sacerdotessa del grande tempio da più di quarant'anni ormai. Non capisco cosa mi sia successo e dove mi trovi. »
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 « Bè, come può vedere è viva e in ottima forma direi. E questo è l’importante, no? Ci sono alcune cose molto complicate che dobbiamo spiegarle e che richiederanno tutta la sua attenzione. »
 « Ma voi chi siete? Come fate a conoscermi? »
 « Io sono il Dottor Dreifuss e sono a capo di un gruppo di scienziati dediti ad una particolare sperimentazione sulla rigenerazione cellulare. »
« Cosa è esattamente questa rigenerazione cellulare ?? »
« La rigenerazione cellulare, Capitano, è un particolare processo per cui la cellula dell’organismo, che normalmente arriva ad un picco massimo e poi degenera invecchiando e morendo, si stabilizza, trovando da sola le condizioni adatte a rigenerarsi. »
 « Quindi non sono morta! »
 « Direi piuttosto che siete “rinata”, conservando tutti i ricordi della vostra vita precedente, ma con qualche anno in meno. »
« Ma che assurdità è mai questa! Cosa sarei? Un morto che cammina?! »
 « No, alcune cellule rinascono, altre muoiono, ma mantengono il vigore di un corpo giovane perché il loro ricambio rimane costante, quasi come a poco più di vent’anni. »
« Questa è una cosa da andare fuori di testa, ma avete idea di quel che state facendo? »Lo scienziato mi posa una mano sulla spalla. « Capitano, non è per sbaglio o per caso che voi siete qui. Ve lo posso assicurare.
Noi conosciamo la vostra vita. E siamo convinti che potrete aiutarci a difendere la nostra civiltà, così come avete difeso la vostra. »
« Civiltà! Quale civiltà? Il capo dei rivoltosi ha ucciso anche me, io dovrei essere morta invece sono ancora qui, nel …»
« Nel 2080 Capitano Main. E questa è l’ultima grande civiltà, voi siete qui per aiutarci a fermare la catastrofe. Noi oggi siamo in grado di viaggiare nel tempo e resuscitare i morti, abbiamo scuole e istruzione. Ma non sappiamo bene cosa occorre e come occorre comportarsi, per essere e per vivere in armonia, salvando l’umanità e il suo ambiente. »
« Ma io che cosa c‘entro? »
 « Seguitemi Capitano e ve lo spiegherò. »
Indica un paio di strane calzature ai piedi del letto, piuttosto comode e morbide, come la maglia e i pantaloni che indosso. Mi invita a seguirlo fuori dalla stanza. « Vedrete che vi sarà tutto più chiaro fra un po’ »
Lo seguo mentre mi spiega che il laboratorio in cui ci troviamo è situato sotto ad una montagna, ma è molto vicino al mare, infatti uno dei tanti paesaggi che conducono all’esterno, come quello che stiamo seguendo, si affaccia proprio su di una spiaggia.
« Sì Dottore vorrei proprio vedere il sole, e come è questa Terra adesso. »
  Dreifuss annuisce; dopo una lunga camminata fra i corridoi che si diramano
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  in più direzioni tutto si riduce ad un unico stretto passaggio, di poco più di un metro di larghezza e forse appena due di altezza. Davanti a noi compare un muro. Dreifuss si avvicina ad un lato del muro ed estrae dal taschino del camice una specie di minuscola penna, con la quale traccia una riga nell’angolo fra la parete e il muro. Un sibilo improvviso segue il movimento della parete che comincia a scorrere davanti ai nostri occhi. Ma quello che mi appare dall’altra parte non è il sole, bensì l’antro umido e scosceso di una caverna.
« Faccia attenzione qui, è scivoloso! »
« Non ne avevo dubbi! » Rispondo automaticamente, pensando a quanto sia scontato quell’avviso e a quanto del mio nuovo corpo rigenerato mi riporti a certi comportamenti e a certi modi di reagire, che credevo ormai superati, nella mia precedente vita da sacerdotessa. La cosa non mi fa troppo piacere, è come se il corpo avesse una sua propria influenza sul pensiero, maggiore di quanto possiamo credere. Ma questo lo avevo già capito molto tempo fa, me lo ero solo dimenticato.
Mentre il Dottore è intento ad armeggiare con una specie di torcia, una strana luce opalescente, in lontananza, cattura la mia attenzione, ponendo fine alle mie riflessioni.
Scendo velocemente scivolando sul fianco del pendio ghiaioso ed umido, con una rapidità che avevo accantonato da tempo e la cosa mi dà uno strano piacere, la sensazione di un corpo giovane è una specie di “strana euforia” che non riesco a descrivere. Uno strano miscuglio di energie. Tutti, almeno una volta nella vita dovrebbero farsi rigenerare. Soddisfatta per aver ritrovato la mia prestanza fisica, mi volto verso l’uscita, dove mi aspetto di vedere Dreifuss che scende cautamente, con aria malferma e ginocchia tremolanti. Peccato che lui sia proprio davanti a me. « Lei è un tipo piuttosto atletico per essere uno studioso! Non lo prenda come un complimento, sono solo sorpresa dalla sua rapidità. »
Lui fa una specie di smorfia che assomiglia ad un sorriso, mentre uno strano luccichio illumina il suo sguardo. “Certe persone non sono mai come appaiono.” Penso mentre mi allontano, incamminandomi ancora verso la strana luce.
CLINGH! CLINGH! RUMBLE! RUMBLE!
Rumori, striscianti, metallici, di rocce e di catene, accompagnati da sinistri cigolii “bloccano” la mia andatura disinvolta.
« Ma cosa sono questi rumori!?»
« Visto che ha l’anima dell’esploratrice lo scoprirà presto andando avanti. »
« Cerca di spaventarmi?? »
Per prudenza decido di avanzare più lentamente, nascondendomi fra le rocce che emergono qua e là dal terreno circostante, mentre Dreifuss, sempre al mio fianco, segue ogni mio passo. La luce opalescente, simile ad un sole artificiale, ora proietta strane ombre nelle pareti rocciose tutto intorno a noi. Nel contempo, di fronte a noi, pesanti sagome scure dall’aspetto di esseri umani si
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muovono ritmicamente, legate le une alle altre da pesanti catene. Un’alta spalliera rocciosa impedisce loro di voltarsi per rendersi conto dello strano meccanismo e la vera natura delle ombre gigantesche, a tratti davvero spaventose, che si proiettano danti ai loro occhi e che li terrorizzano.
La scena è inquietante.
« Dottore, dobbiamo liberarli! » Esclamo impietosita.
« Dice?? » Sorride Dreifuss con aria divertita.
Mi volto ancora per osservare meglio la scena e dopo un poco mi accorgo che le figure incatenate fanno sempre lo stesso movimento “meccanico”, girando sempre la testa da destra a sinistra ed emettendo sempre lo stesso lamento sommesso. Le ombre mostruose che tanto le affliggono non sono altro che piccole sagome inerti, ingigantite dalla proiezione.
« Ma che razza di strano gioco è questo?! Un teatro??»
« Una specie. » Dice Dreifuss mentre si rialza spolverandosi le ginocchia.
« È un ex Parco giochi, quello che stiamo attraversando, quindi vedrà qua e là qualche strana bizzarria, fatta per intrattenere il pubblico. »
« Un Parco giochi?? In una grotta?! »
Dreifuss stringe le spalle. « Quale uscita migliore per un laboratorio segreto?!»
Riprendiamo a camminare, più avanti la grotta si allarga e finalmente compare qualcosa che ricorda la luce del sole vero. Nel frattempoDreifuss, che aveva continuato a farmi la descrizione del luogo, trae le sue conclusioni tentando persino di fare dell’humor.
« A noi sembrava un’ idea molto interessante, quella del Parco, dopotutto, se fosse andata male con il laboratorio, avremmo sempre potuto reimpiegarci come Direttori di parco giochi! » “Per fortuna siamo arrivati all’uscita del tunnel.”
Finalmente posso correre verso la spiaggia, sento il rumore delle onde e dei gabbiani che volano liberi sopra le nostre teste.
D’un tratto mi blocco davanti ad uno spettacolo inaspettato:
Scatole di ferro e oggetti di ogni genere sembrano emergere dalla sabbia, tutto intorno a noi. Avanzo lentamente verso una strana e inquietante “massa oscura”, non proprio nera, ma quasi.
«… Il mare??»
Dreifuss si avvicina. « Questo non faceva parte del progetto del Parco.»
« E neppure del vostro laboratorio, spero.»
Il Dottore affonda le mani nelle tasche dei pantaloni e solleva le spalle. «Abbiamo cercato di fare qualcosa, ma …» Alza lo sguardo verso il cielo.
Il cielo. Piccoli lampi e bagliori luminescenti schizzano fra le nubi grigiastre, d’un tratto uno spiraglio e un bagliore più luminoso: Il sole.
“Pallido sole e debole vita.” Penso cercando lo sguardo di Dreifuss, mentre lui alza le mani in segno di resa.
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« Non mi faccia troppe domande Capitano, non ho molte risposte.»
« Tutto il cielo è così?!»
« Una parte. »
Stringo i pugni, ora capisco cosa è successo. «Lei si è ribellata. »
La cosa non sembra coinvolgere più di tanto Dreifuss, che si limita a chiedere: « C’è un modo per non farla ribellare?»
Lo guardo. «Sì, basta dargli un poco di zucchero!»
« Mi sta prendendo in giro??»
« Bè, allora siamo in due Dottore. » Getto un ultimo sguardo al grigio e triste paesaggio prima di tornare nella grotta. « Intendevo solo per il momento, poi troveremo una soluzione. Abbiamo altri problemi adesso e … »
« Problemi?? Questo secondo lei non è un “problema”? »
« Non volevo dire questo, ma penso che con le informazioni che le verranno fornite al laboratorio avrà un quadro più completo della situazione. »
« Me lo auguro! » Esclamo affrettando il passo.

Appena rientrati ci dirigiamo in una stanza accanto al laboratorio di rigenerazione, dove uno strano apparecchio luminoso di forma quadrata, trasmette nell’aria delle strane immagini in movimento e “parla“:“Questo è il nostro pianeta: Inquinamento, guerre, consumismo esasperato, scarsissimo rispetto per la natura e per i propri simili, hanno creato una persona poco consapevole della qualità della
vita che produce e che conduce nelle prigioni di cemento, poiché è isolata dalla fonte primaria della vita : La terra.”
Le immagini apocalittiche, che ogni abitante del ventunesimo secolo conosce forse fin troppo bene, vista l’indifferenza con la quale il Dottore le osserva, si susseguono. Non le avevo mai viste e rimango con gli occhi sgranati a fissare incredula la realtà di quel mondo e della passata civiltà, che avevo sempre descritto e immaginato come avanzatissima.
“Avanzatissima verso che cosa?“ Penso adesso: Morte e distruzione per qualunque cosa: per l‘oro, per i diamanti, per il cibo, per la terra, per i mezzi di locomozione, persino per le cose più inutili e superflue. “ Chi dovrebbe avere coscienza di tutto questo? “Mi domando mentre cerco di riprendermi dallo shock.
 « Passato o presente, siamo sempre “una razza sul filo del rasoio“, mi sembra di capire! Anzi, adesso non mi sorprende più tutto quello che è successo! »Esclamo.
« Già, ma stavolta potrebbe essere diverso. » Mi risponde lo scienziato.
« Ancora?? »
Domando, sollevando il sopracciglio.
« Stiamo viaggiando nel tempo proprio per raggiungere le menti più affini allo scopo. »
« Non vedo cosa c’entro. Io l’ ho persino scatenata una guerra!
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Non sono tanto pacifista direi. »
 « Ma avete condotto una grande battaglia con pochissime vittime, morendo in pace. » Sorrido. «La riflessione e il mio credo spirituale mi hanno fatto capire, nel corso degli anni, che il dolore e il piacere sono cose terrene. Lo spirito invece no . Sono cose diverse, come l’aria è diversa dalla terra.
Aveva cercato di dimostrarlo anche un uomo dei passati millenni. Quindi raggiunge la pace chi ne diviene consapevole e riesce ad accettarle e comprenderle.
Comunque ho fatto tanti errori … Avrei dovuto lasciare la classe militare, cercare di rendere il popolo di Isia sempre più consapevole, invece …»
 « Nessuno è in grado di fare molto da solo, ma voi non sarete sola.
Questo è l’inizio di una nuova battaglia Capitano!
Solo che non la combatteremo con le armi ma con le nostre menti! »
Sorrido ironica. « Ancora, devo vederla una battaglia senza armi, Dottor Dreifuss! Vedremo se potrò esservi veramente d’aiuto! »
« Dopo di voi. » Dreifuss mi indica un’altra porta. Entriamo in una grande sala, attigua alla stanza precedente.
Una decina di persone stanno a parlare, riunite intorno ad un grande tavolo ovale, posto al centro della stanza. Al nostro ingresso tutti mi guardano incuriositi :
« il Capitano venuto dal futuro …» Mormora qualcuno.
Curiosità, apprensione, ansia. La stanza è gremita di strani stati d’animo. Alcuni così diversi da quelli della mia terra e della sua gente.
Questo popolo è tanto evoluto, quanto è preda di ogni sorta d’insicurezza e paura. Hanno perso davvero il contatto con la loro terra.
Per un attimo un flash mi passa per la testa: “Sarà davvero questa la giusta evoluzione ?? Evidentemente no, visto quello che sta per succedere”
« Capitano Main, da noi i militari combattono e ricevono ordini, non fanno filosofia!
 Capisco che possiate sentirvi un po’ frastornata, ma voglio che vi sia ben chiaro questo concetto! »
 « ?? Io non ho detto nulla Dottor Dreifuss, mi leggete anche nel pensiero? O lo deducete solo dalla mia espressione? Non sapevo ci fosse qualcosa di sbagliato nel riflettere! Del resto siete stato proprio voi a dirmi che mi avete scelto per quello che ho fatto. O mi sbaglio?
Deve essere una antica malattia del genere umano l‘incoerenza fra ciò che è giusto e ciò che è conveniente! »Uno dei personaggi seduto al tavolo sta sorridendo sentendomi pronunciare quelle frasi. Poi si alza e mi viene incontro porgendomi la mano. « Lei deve essere il Capitano Main immagino! »
« Immagina giusto. E lei non deve essere un militare, per aver così tanta iniziativa, immagino. »
Con la coda dell’occhio noto che il Dottor Dreifuss è sempre più infastidito,
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ma rimane in silenzio.
« Io mi chiamo Samael Hiro e sarò il suo collaboratore in queste missioni. »
« Bene Samael, mi fa piacere conoscerla, cominciavo a temere di dover fare tutto da sola! »
« Allora signori. Visto che, se non altro, la vostra intraprendenza ci risparmia le presentazioni, possiamo accomodarci e parlare del da farsi. »
Taglia corto Dreifuss.
Samael è simpatico, ma ha qualcosa d’insolito, rispetto alle altre persone che ho incontrato fino ad ora. Come se avesse “una diversa frequenza” di pensiero. O mi sto prendendo una sbandata per lui, o giurerei che non è un normale essere umano. Continua a fissarmi, con gli occhi scuri e misteriosi.
 “ È così diverso da … eppure … Ma, forse sono stata sola troppo a lungo e
questi ormoni giovanili mi confondono. Dovrò farci l’abitudine! Un altro paradosso che non riesco a concepire è: Come faccio ad essere qui se non sono ancora nata? Ma! Sentiamo cosa dicono questi Dottori. “
« Signori vi prego! Sappiamo tutti come andrà a finire se non facciamo qualcosa adesso! La catastrofe è imminente! »
“ Sono ancora all’introduzione. Dunque pensavo, se mi hanno portato qui e conoscono il futuro avranno valutato tutte le possibili varianti e le possibilità di successo o meno …Cosa stanno dicendo ?? “
« Sarebbe bastato che lei, Dottor Dreifuss, non avesse diffuso le sue scoperte sulla rigenerazione cellulare! »
« Dottoressa Atman, io non le avrei diffuse, se un mio collaboratore avesse fatto il suo dovere. E poi vorrei sapere da dove sono sbucati fuori questi “Figli di Dio”, che non riescono neanche a pensare!
Comunque credo che faremmo meglio a spiegare al Capitano Main cosa sta succedendo e come intendiamo procedere.”
Atman insiste. « Siamo davvero in buone mani: una rivoluzionaria del futuro che si è ritirata in convento! » La guardo con indifferenza. Atman affonda. « Non ha neppure più capacità di reazione Capitano?? »
« A cosa dovrei reagire, Dottoressa Atman? Anche i cani abbaiano alla luna, ma non ho nessun motivo per contrastarli, finché non mi spiegano le loro ragioni. Sempre ammesso che ne abbiano la capacità! »Samael scoppia in una risata, seguito dal resto del gruppo. Atman, rimane senza parole e smette di “abbaiare” . Finalmente nella sala riprende un po’ di ordine.
« Abbiamo preparato un filmato su ciò che sta accadendo, così ognuno avrà una più chiara visione degli eventi che potrebbero succedersi. » Dice una donna in fondo alla stanza, vicino alla parete opposta a quella dove mi trovo io, ha in mano una specie di telecomando elettronico che proietta in aria, al centro del tavolo, le immagini in movimento.
« Questi, sono i “Figli di Dio”, una stirpe di fanatici che lotta contro il progresso
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scientifico, il nostro compito è di identificare il loro operato, rintracciare i loro movimenti e far saltare i loro piani. »
« Abbiamo già spie ed agenti in tutto il mondo, ma la lotta è ardua ed il Dottor Dreifuss ha deciso di utilizzare anche un agente speciale che viene dal futuro:Il Capitano Main, che è qui fra noi oggi. »
« Tutta questa storia mi sembra sempre più incredibile. »
Samael si volta verso di me:
« La vedo preoccupata Capitano, non si sentirà sotto pressione spero! »
« No Samael, sono solo “fuori dal mio tempo“, devo farci l’abitudine suppongo. Nel mio tempo non c’era questa tecnologia delle “immagini parlanti. »
Dico a Samael mentre osservo il filmato.
« È molto efficace come mezzo di comunicazione, tuttavia c’è qualcosa che non riesco ad afferrare, sembra che non sappiamo cosa stiamo combattendo. Questi uomini che protestano, anche imbracciando armi, da dove vengono? Voglio dire, se adesso si ribellano, cosa facevano prima? »
Samael mi guarda un po’ spiazzato, come se stessi dicendo delle assurdità. Forse è davvero così.
  Del resto, queste immagini, mi presentano una realtà.
« Ho trascorso più della metà della mia vecchia vita a fare meditazione e ancora non ho perso questa abitudine. »
Concludo abbozzando un sorriso.
« Forse il Dottor Dreifuss non ha tutti i torti a dire che faccio troppa filosofia. »
Samael annuisce, confermando la mia ipotesi.
“ Già …”
Penso.
“ Mentre, da quello che ho visto qui, dovrò solo combattere dei gruppi di persone. Alla faccia degli scopi pacifici e della lotta senza armi.
Dottor Dreifuss, o Dottor contraddizione? “
Penso mentre lo osservo annuire con aria sicura e compiaciuta la presentazione.












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Capitolo 3.

Atman



È passato un pò di tempo, da quando sono stata rigenerata.
Qui sono tutti piuttosto gentili con me e mi stò facendo una cultura su questa tecnologia, anche se continuo a non sentirmi a mio agio in questo tempo. Samael, il dottor Dreifuss e la Atman si sono ritirati nello studio della dottoressa a parlare, mentre io sto andando nella sala del laboratorio per dei controlli. Samael aveva l’aria preoccupata.

« Sono passate settimane Samael! »
Irrompe Dreifuss, mentre Atman e Samael si guardano preoccupati.
« Se continua così l’esperimento fallirà e noi non capiremo mai, come ha generato quella eccezione nel futuro! La nostra nuova razza è minacciata dalla catastrofe e dal Capitano Ree Main! »
Conclude appoggiandosi di lato alla scrivania.
« Pensa ancora a quel John credo …»
« È assurdo! Troveremo un altro sistema e …»
« No Dottore, proprio ieri ho capito che si fida di me, mi lasci provare ancora! »
« Ha ragione! »
Afferma la dottoressa sostenendo Samael.
« E sia, ma è l’ultimo tentativo! »
Dice Dreifuss uscendo dall’ufficio. Atman e Samael si guardano.
« Pensi di potercela fare Samael ??
La scienza mette tutto sotto il microscopio, ma a volte ci sono cose che vanno comprese per intero. »
« E tu ne sai qualcosa, vero dottoressa Joanna Atman ?? »
Le sorride. « Mi sono dovuta nascondere fra gli scienziati, per evitare di essere studiata. In questo contesto, sono stata accettata per quella che sono, facendolo apparire come il risultato delle mie miracolose scoperte, più che di qualche particolare capacità. In fondo non so neppure quanto sia giusto studiare il Capitano Main, forse sarebbe più giusto trovare il modo di far accettare al mondo che esistono anche quelli come noi. »
« Si, se non rischiassimo di scatenare qualche crociata … »
« Forse. Le crociate le hanno fatte per tanti motivi … »
« Anche poco religiosi, me lo avevi già detto, certo non deve essere stato facile vivere in quel periodo per una donna … »
« Diciamo che non ho nostalgia del passato.>>


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